Franco Cardini indaga l’ipocrisia dell’Occidente

Il Prof. scrive ancora. Un libro che a differenza dei precedenti si differenzia per il ritmo incalzante, schietto e, a lunghi tratti, contrassegnato dallo stesso sarcasmo e dall’assenza di preconcetti, distinguibilissimi nelMorgante di Luigi Pulci. Nella composizione del celebre poeta fiorentino, nato a Firenze come Franco Cardini (Firenze, 15 agosto 1432 – Padova, 11 novembre 1484), non vi è nessuna traccia del gigantismo e della dipendenza al ruolo di sentinella delle libertà “fallaciane” che si è ritagliato l’Occidente secoli dopo, descritti nel libro di Franco Cardini. L’argomento è diverso. Scomodo e imbarazzante.

L’istrionico letterato che nel 1453 fece in tempo a sentire gli ultimi rintocchi della Guerra dei cent’anni tra Inghilterra e Francia, e, la caduta di Costantinopoli ad opera dei Turco Ottomani, non avrebbe osato tanto. Ai suoi tempi, sfiorare appena L’Ipocrisia dell’Occidente e la venerabilità, non priva di difetti della gerarchia ecclesiastica, era già abbastanza. Evidenziava la volontà di dedicarsi ad un esercizio rischioso che poteva mettere a repentaglio l’incolumità e le pulsioni artistico-letterarie «del grande amico di Lorenzo» il Magnifico.

Tornando ai giorni nostri, c’e’un piccolo particolare che non è un dato scontato. Ragione di più, per un autore così prolifico come Cardini: nella “Minima Cardiniana” non ci sono santi in paradiso e tanto meno, eminenze politiche, a cui rendere conto. Se è vero che i lungarni fiorentini hanno assistito al fiorire della cultura e delle intelligenze italiane, ora, non sono più gli stessi. I fiorentini, forse in parte. Forse quando ci si accorge, che ad ergersi prepotentemente, come del resto in quasi in tutta Italia, è solo un’idea: quella sbagliata sul concetto di cosmopolitismo, delle royalties culturali e degli interessi politici ed economici. D’altronde si sa: ci sono lobby e lobby e quelle presenti all’epoca dei Medici, non godevano dell’intero pacchetto delle performance della spettacolarizzazione della Notizia.

Nel libro, l’autore si sofferma, a lunghi tratti, nel ricomporre l’impresa “memorabile” della disinformazione. Chiarendo alcuni aspetti sulle compagini e le differenze esistenti nel mondo islamico, ponendo l’accento su una prassi tutta occidentale: una sorta di contratto che nessuno di noi ha firmato e che riguarda un tipo di informazione a cui permettiamo la somministrazione nell’immaginario comune, delle verità di comodo, dalle discutibili tesi sul mondo arabo e sulla Palestina, lasciateci in eredità dai multiruolo alla Bernard-Henry Lévy. In pratica, tutto l’insieme con cui si normalizza e si cataloghizza l’informazione mediatica, l’indignazione a corrente alternata, che abbiamo avuto modo di constatare subito dopo il massacro parigino di “Charlie Hebdo”.

Il saggio di Cardini è il frutto del lavoro di un appassionato cultore degli aspetti storici, autentici, e risulta essere un quadro completo e un lavoro articolato, che approfondisce l’evoluzione e il crescendo dello “Stato Islamico dell’Iraq e del Levante” (ISIS), dei suoi finanziatori arabo-occidentali; riuscendo a scoperchiare come fosse un vaso di Pandora ormai colmo, tutta la tracotanza americana, manifestata e prontamente appoggiata nelle guerre al terrorismo (come è noto con ben altri scopi) in Medio Oriente da buona parte degli stati occidentali. Ed ecco allora, l’insorgere di un fastidio, pagina dopo pagina, da un amaro risveglio, di un sogno appena conclusosi, dalle atmosfere da incubo.

Le stesse alimentate dall’ipocrisia che scorre lungo i rigori di un passato recente che accomuna l’Italia, la Francia e l’Inghilterra, cullatesi a lungo nella credulità di essere gli unici detentori di una civiltà e di un modello, che deve essere universalmente riconosciuto. Il contenuto dell’Ipocrisia dell’Occidente stimola una domanda: ma siamo sicuri che tutto quello che ci riguarda e tutto il bagaglio di esperienze che abbiamo rimosso, compresa parte della nostra identità, sia contrattualizzabile ad un certo periodo di tempo e possa oggi riconoscersi nelle dinamiche che costituiscono l’Occidente ?

Spegnere ogni tanto il televisore non è un delitto. Lo sarebbe, caso mai, rinunciare alla libertà di esprimere un proprio giudizio.

 

Franco Cardini

L’Ipocrisia dell’Occidente

Editori Laterza, 2015

Ppgg.147, euro 16,00

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