L’era della parola e della comunicazione si arricchisce, ponendo di fatto un’interpretazione soggettiva rivolta ad un pubblico. E’ possibile dunque, determinarne un orientamento e con esso, il peso di alcune parole nelle dinamiche astruse che, accomunano le nozioni confessanti una partecipazione inesistente e la credulità dei popoli al loro destino; modificatisi in masse liquide. Proprio così, l’avvento della tecnologia e l’espansione dei nuovi mezzi di comunicazione, strumenti accessibili a tutti ma, non dimentichiamolo, dote della finanziarizzazione dell’economia e dei vasi dilatatori della connettività a banda larga e della gestione dei dati provenienti dal quotidiano delle nostre città. Utili al metodo di studio rapido e intenso, alla “nuova” muta delCapitalismo Pneumatico. Come abbiamo scritto nell’Analisi/ Il “capitalismo pneumatico”: la benzina sul fuoco di un passato prossimo del 26 gennaio 2014, vive ora una fase di riuscita contrazione e rigenerazione, volgendo lo sguardo avanti e rifacendosi al passato. Facile a dirsi, vero ? Realizzabile, quando l’arte comunicativa è in realtà un progetto moderno della positività, volto a tediare ogni giudizio realista.
A proposito di lessico e credulità, consapevoli di cosa significhi l’approvazione temporale dell’agenzia internazionale di valutazione del credito e rating Fitch Ratings, foriera di benevoli giudizi sulle misure adottate dal governo italiano, guarda caso decide di invertire l’outlook (indicatore della direttrice, dell’orientamento e del corso finanziario) d’Italia da ‘negativo’ a ‘stabile’, giudicandone il rating a ‘BBB+’. Secondo Fitch, la recessione italiana è giunta al termine. Molto bene, siamo fuori dal tunnel. Macchè, siamo meritevoli di stabilità. Proprio lei, anzi, proprio lui, quel limbo indefinito dove tutto segue gli accorgimenti della speculazione finanziaria e borsistica, suggeritrice di una novella riconsiderazione della flessibilità finanziaria italiana in qualsiasi momento. Sembra facile scorgere nella “saggezza” positivista delle agenzie di rating e nell’agenda delle riforme Renzi, un futuro e due fasi, dalle regole e dai contorni ben definiti. Sembra…
Snaturando il principio degli esseri e l’infinito prospettatoci dal filosofo greco Anassimandro, tendenzialmente favorevole a includere nella sue teorie il concetto di ápeiron, la materia infinita e indeterminata che è all’origine della costituzione dell’universo, le cose oggi cambiano. In qualsiasi luogo ora si trovino le particelle del filosofo, dovrà certo ricredersi. Se non altro, dopo aver contemplato la corporeità definita di questa terra, alla luce del sole. Scottandosi con l’Asset quality review, “la revisione della qualità degli attivi” sotto il controllo amico della Banca Centrale Europea, che dovrà valutare i bilanci delle 128 maggiori banche d’Europa, passando al setaccio la qualità degli attivi. Risulterebbe essere un ottimo convincimento per il nostro amico alla continua ricerca dell’archè? Forse, appena dopo aver mirato la messa in scena e la natura polivalente dello Stress Stress ? Letteralmente, un test-simulazione successivo “l’approfondimento” della BCE, studiato per monitorare gli effetti di una probabile crisi avveniristica che colpirebbe i bilanci delle banche, verificandone, impropriamente la solidità, dal punto d’inizio. Per lui, il nostro amico, è una realtà dell’altro mondo.
Parole e paroloni, lontanissimi dall’ultima esplosione dei tassi d’interesse americani ai minimi storici, e una vecchia conoscenza: la Federal Reserve. La Banca Centrale degli Stati Uniti pare aver deciso di favorire la ripresa dei mutui. Nulla è un caso, soprattutto quando il mercato immobiliare Usa, gode di ottima salute e registra un incremento dei prezzi corrispondente al 22% tra la primavera del 2012 e l’autunno (disastroso in Europa) del 2013. Dobbiamo allora credere al vecchio principio indiscutibile dell’auto regolamentazione del mercato senza nessuna necessità di intervento degli stati ? Realisticamente, crediamo sia opportuno aprire un dibattito costruttivo, nell’interesse e nella totalità degli stati membri dell’UE, collocando al centro una sana parzialità dell’area euro a riguardo di una possibile neo bolla speculativa. Le avvisaglie ci sono tutte: il gigante finanziario Wells Fargo ha raddoppiato i suoi profitti nell’ultimo periodo di “positività” collettiva. Avviando una campagna fruttuosa di erogazione indeterminata dei prestiti sui mutui e quadruplicando i suoi introiti; posizionandosi al primo posto della classifica statunitense delle società finanziarie che hanno raggiunto la massima capitalizzazione di Borsa.
Meglio pensare a uno scambio di opinioni realisticamente economico e strategico, con l’intenzione di vagliare ogni possibilità, affidandosi ad un’analisi e a delle soluzioni nel concreto, perseguibili. Maurice Allais , fisico, ingegnere ed economista francese, nel suo documento “La crisi mondiale dei giorni nostri”, riferendosi alla Grande Depressione del 1929-1934 cita Vilfredo Pareto: «E’ tutt’altro che certo che la Storia si ripeta sempre allo stesso modo: quel che è certo è che si ripete sempre entro certi confini che potremmo definire “principali” […] Gli avvenimenti del passato e quelli del presente si danno mutuo sostegno […] per la propria reciproca comprensione». Sarà che oggi la crescita dei prezzi delle case americane sono paralleli al nuovo sviluppo positivo dei mercati azionari, sarà che il Prodotto Interno Lordo (Pil) americano è superiore al 5,6% prima della crisi. Sarà, e, se proprio dobbiamo bagnarci il naso, sommando a tutto ciò il bilanciamento dei prezzi/redditi al di sotto della media delle nazioni sviluppate, “merito” dei tassi che applicheranno di grado in grado le consociate della Wells Fargo, vista l’alta richiesta, dubiteremmo anche di noi stessi.
Sembra tutto muoversi attorno al rallentamento dei piani di stimolo monetari della FED, «tapering» e, al “canto corale in onore di Apollo” della BCE. Visto che ci siamo, mettiamoci una ghirlanda di fiori in testa e assegniamo un mazzolino di fiori ai buoni propositi e alla forza di volontà del nuovo Progetto Positivista. “Nostalgie di un tempo finito equilibrato e continuativo” ?
Francesco Marotta