Per sempre giovani. La società degli eterni adolescenti

 

Nell’eventualità vi siate persi un buon libro da leggere e quella voglia implacabile di divorare letteralmente uno scritto inedito, non disperate. Calmi, preparatevi ma, non accontentatevi : distogliete la vista da qualsiasi orologio che avete a portata di mano e, predisponetevi invece, a passare una notte, insonne. In compagnia della giovinezza smarrita o presunta, colei che viene impersonata in un tempo come il nostro, orribilmente materiale ed identico. L’artefatto che si alimenta delle nostre giornate. Il tintinnio dei secondi e dei minuti, passati rincorrendo il crepuscolo, introiettando la propria esistenza come fosse un quadro batik, tutelando quelle parti di una tela esistenziale che non si ha proprio voglia di dipingere se non, guardandosi perennemente indietro, risiede nelle duecentoventi pagine, carta sublime, meschina e tagliente, come il lurido determinarsi e ripetersi di una beltà che non si è mai riusciti radicalmente a ghermire, di Riccardo Paradisi.

Un’estate può annoiare e sorprendere, può essere un rimedio e la scomposizione di una contemporaneità che di suo è transitoria; interiorizzando gli uomini in Opere e giorni, Crono e Saturno. Annessa, quella soggettività da modernariato compulsivo di un complemento ornato di tutto punto, lustrato a festa e vilipeso nella sua radice fondamentale ma, presentataci dall’autore sotto le vesti di “Un’estate invincibile. La giovinezza nella società degli eterni adolescenti”, edito dalla Collana l’Archeometro di Bietti Edizioni. La splendida prefazione, a cura di Stenio Solinas, audace e meravigliosamente incisivo nel suo mettere in luce l’antropologia moderna dell’essere, in modo distinto dalla litania pasoliniana de “La Meglio Gioventù”: tramutata senza errori nell’ente baldanzoso e pieno di rigurgiti del giovanilismo alla ricerca delle esitazioni, dei rimorsi e del mantenimento di uno status da eterno ritorno. Ebbene, è giunto il momento di destarci dalla narcolessia da eterni Peter Pan, avvicinandoci ad una lettura incisiva di un testo smanioso di fare chiarezza.

Il proposito di Stenio, che è indubbiamente quello dell’autore, appare inesorabilmente come un punto di rottura, un ammiccamento sensato al film Point Break di Kathryn Bigelow, ci aiuta a trovare la mente che si cela dietro il crimine aforistico del voler essere ciò che eravamo in eterno: perdendo contemporaneamente l’attualità della maturazione e di una fine conscia, del vivere pienamente un’esistenza. Una sorta di frangiflutti che innalza sulla stessa lunghezza d’onda, le osservazioni di Jünger, Conrad, Hegel, Eliade, Heidegger, Jung, Schmitt, Nietzsche, Novalis e tanti altri, prossimi tutt’ora nel saper distinguere, un’alienazione indicibile dalla «metafisica della gioventù»; una chicca molto rara che coglie privi di difese, i cantori delle ideologie del “Secolo breve”, quanto gli assidui abitué del Super­io ed Ego. Quel “duro­purismo” e quel rinnovamento della forma, con tanto di braccetto infilato nella totalità di un fenomeno contestuale: ovvero, provare ad essere quello che si era in un lasso di tempo determinato ma, perdendo l’orientamento definitivo del Sé che rimane imprescindibile.

Riccardo Paradisi

UN’ESTATE INVINCIBILE

La giovinezza nella società degli eterni adolescenti

Bietti edizioni, Collana l’Archeometro, Milano 2016

Ppgg. 220, euro 15.00

(Fonte: Destra.it, Francesco Marotta, 29 luglio 2016)

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