Genio italiano/ Una mostra Stupor mundi. Canaletto e Bellotto a Milano

 

Milano si è ripresa la sua malia irresistibile, scegliendo nuovamente di promuovere la via culturale, letteraria e artistica. In città si respira l’aria dei canali della Venezia che non c’è più:  fino al 5 marzo 2017, la laguna che lotta, giorno per giorno, contro i miasmi venefici che ammorbano persino le peschiere e i ghebi, quanto le vie, i palazzi e i monumenti del neoclassicismo lombardo, cedono il posto allo splendore. C’è una “novità” che è poi un ritorno, l’impensabile che riaffiora, una natura ed un temperamento, ristabiliti in un equilibrio armonico: presso le Gallerie d’Italia di Piazza della Scala è allestita la mostra “Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce”.

Un raggio di sole che non ha la presunzione di “illuminare” la mente degli uomini, riconciliando il visitatore con le origini e la tradizione di una disciplina pittorica che risale alla fine del Quattrocento, lasciandoci in eredità i capolavori di Gentile Bellini (1429-1507) e di Vittore Carpaccio (1465-1525). Trattasi del primo spazio espositivo dedicato a il Canaletto e suo nipote Bernardo Bellotto, alla grandezza pittorica del duo artistico che raffigurò magnificamente lo Stato da terra e lo Stato da mar ma non solo, segnando indelebilmente lo stile e l’originalità della scena artistica del ‘700.

Al visitatore, viene proposta una veduta panoramica sul movimento artistico che prende il nome di “Vedutismo”: lo stile pittorico che ritraeva con dovizia e minuziosità di particolari, scorci architettonici, scene di vita, città e luoghi dal glorioso passato storico come Venezia, Milano, Roma e Firenze. Le opere esposte sono cento, suddivise in settantadue dipinti; 10 sono del Canaletto e 62 del Bellotto. Quattordici disegni; 2 del Canaletto e 12 del Bellotto. Quattordici incisioni; 2 di Canaletto, 9 di Bellotto e 3 di Fabio Berardi. Ma le sorprese della mostra non finiscono qui, perché comprende altri due percorsi che esulano da Bellotto e Canaletto, dall’avanguardia del “Vedutismo Veneziano”.

L’esposizione che è una dedica all’Ottocento italiano, intitolata Da Canova a Boccioni. Le collezioni della Fondazione Cariplo e di Intesa Sanpaolo, con le opere e i dipinti dei geni lombardi, dal «Divisionismo» al «Futurismo». L’altro progetto invece, il Cantiere del ‘900, valorizza le oltre 3.000 opere del XX secolo delle collezioni Intesa Sanpaolo. Per citare solo alcuni degli artisti della sezione adibita al Secolo Breve, troverete quattro capolavori di Boccioni e i lavori di Balla, Carrà, de Chirico, Funi, Mafai, Sironi e Piero Manzoni. In ultimo, invitiamo il lettore a soffermarsi attentamente sui particolari della sezione che ospita l’inventario della biblioteca appartenuta a Bellotto, purtroppo, andata distrutta durante il bombardamento prussiano di Dresda del 1760.

Ragione di più per ammirare l’accuratezza e la precisione delle opere di Canaletto e Bellotto, raffiguranti il Castello Sforzesco di Milano, lo Zamek Kròlewski (Castello Reale) di Varsavia e, quasi fosse un’istantanea di pochi minuti prima, la Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda. Se andate il fine settimana armatevi di pazienza. D’altronde, godersi Milano, l’Italia e l’Europa, con penne e velina, vale una fila. Contemplando, l’intramontabile incanto.

 

 

Bellotto e Canaletto. Lo stupore e la luce

Sino al 5 marzo 2017

Gallerie d’Italia – Piazza della Scala 6, Milano

Apertura dal martedì alla domenica ore 9.30 – 19.30 (ultimo ingresso ore 18.30)

giovedì ore 9.30 – 22.30 (ultimo ingresso ore 21.30) chiuso lunedì

Informazioni numero verde 800.167619; info@gallerieditalia.com; http://www.gallerieditalia.com Biglietto intero 10 euro, ridotto 8 euro, ridottissimo 5 euro

(Fonte: http://www.destra.it, Francesco Marotta, 31 gennaio 2017)

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