Drieu La Rochelle e il suo “Stato civile”. Per restare fedele alla propria gioventù

Scrivere l’autobiografia della propria giovinezza non è poi cosi impensabile. Eppure, Drieu la Rochelle ci ha stupiti per l’immaterialità e le proprietà trascendentali, della sua prosa decadente. Spesso, con l’inquietudine di un incontentabile al servizio del “Sè”, impietoso nell’esigere un distacco con ogni persona o cosa diversa e ad una condizione puberale, precocemente sviluppata ; parecchio divergente ma sintomatica del Drieu adulto, stereotipi ed analogie novecentesche incluse. Riuscendo oltremodo, ad imprigionare nel suo “Stato civile” e nelle sue memorie all’età di 28 anni, un’unica versione romanzata di un principio da cui tutto deriva. Capovolgendo e smantellando i punti focali di un’esistenza giovanile, data per scontata e inclusa già da parecchio tempo, nella “dannazione” e nell’emulazione grottesca di una maturità umana egoisticamente ritenuta oggi, assorbibile e ad personam.

Drieu si racconta dal periodo infantile alla pubertà, sviluppando tutta la sua abilità nel non voler acquisire le nozioni di un’autonomia e gli strumenti di confronto con la realtà esterna ; dalla modernità fenomenica che varca la soglia delle origini, destrutturando, alla sua maniera, quel legame alla discendenza e alla parentela. Un eretico, che rifacendosi a Nietzsche e mettendolo contro il resto di Nietzsche, ammicca a Zarathustra e alla coscienza degli avi. Ribellandosi ed anticipando, l’abitudine contemporanea del «reticolato delle somiglianze (fratellanza/e) che può ingannare in mille modi, come nelle estensioni storiche l’abbondanza di analogie». L’inizio di un praticantato che lo porterà alla sperimentazione del soffio vitale e che però, ineluttabilmente, sfocerà nel credere o non credere come Dèi, alle piacevoli illusioni e ai protagonisti dei romanzi di Jules Verne, di Gustave Aimard e di Louis Boussenard.

Una fortuna letteraria che allevierà le tante fatiche del perfezionamento dell’ “arte” di sovrapporre la persuasione alla volontà, per soddisfare un bisogno personale di determinare le scelte altrui. Riuscendo, simultaneamente a compenetrare, nei punti nevralgici e nelle rappresentazioni ideali del Novecento. Interiorizzandone il complesso dei valori e, in particolar modo, la figura di Napoleone Bonaparte: una prassi comune che gli ha imposto la scelta di un eroe e di un esempio dalla forte personalità, per scongiurare una pigrizia cronica troppo invadente. Ma sopratutto, una necessità per provare a sedare l’irrequietezza dei tempi e il ricordo vivo della sconfitta di Lipsia e della battaglia di Verdun; sottraendosi, inconsciamente, all’equivoco generazionale di uno Stato-nazione quale era la Francia. Impegnato ad ampliare il proprio territorio, senza più saper riconoscere, cosa in realtà sia la sacralità di un impero, dalle mire egemoniche. L’odio e l’amore di Drieu per l’Inghilterra e “la grandeur de la France , oubliant l’Empire”.

In questo pamphlet, edito dalla collana “L’Archeometro” di Bietti Edizioni, dimora lo spirito irrequieto di un autore che comprende a pieno e sin dalla tenera età, la «seduzione mostruosa» della macchina: presentandocela come una porzione significativa dell’odierna meccanizzazione dell’animo umano, schiacciato dall’unicità totalizzante per il disprezzo del sangue e per l’amore dei “bit”. Divelto, a causa di più esperienze di vita, vissute ad una velocità che è binaria e sempre la stessa, moltiplicata in tutte; dalla sessualità alla frenesia di un modo di concedersi, sino alla necessità di una fecondità artificiosa che si nutre di peni inermi ed imeni coperti da “pelle hi-tech”, di ultima invenzione. Drieu e le sue bizze, sono lontani. Troppo, per accorgersi che la sua vita fu certo un richiamo continuo alla fine, una complicata e sinuosa danza del corteggiamento, che ha trovato il suo idillio al principio dell’ultimo acuto.

Un poeta e un adorabile mascalzone. Un giovane, cosi diverso dal seme che ammorba la nostra ampollosità. Figli dell’acciaio. Gentiluomini privi di educazione. Spasimanti delle amenità. Tutto e il contrario di tutto.

Francesco Marotta

 

Pierre Drieu la Rochelle

STATO CIVILE

 Bietti Edizioni, Collana L’Archeometro, Milano 2016

Ppgg. 142 – euro 14,00

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