Pubblichiamo uno stralcio del saggio di Costanzo Preve molto significativo. Una delle poche menti lucide del panorama filosofico e politologico che ricordiamo sempre volentieri. Buona Lettura!
«Il capitalismo sta costituendo la nuova classe media globale in un processo sociale ed economico che mi sembra irreversibile. Bisogna partire da questo fatto. E allora, perché dedurne sconsolatamente che questi nuovi individui saranno fatalmente destinati ad essere soltanto vuoti contenitori della manipolazione capitalistica? Chi tira affrettatamente questa conclusione non possiede una chiara nozione della soggettività umana: l’individuo non è solo un contenitore passivo della manipolazione capitalistica, ma è anche un attivo centro di resistenza potenziale a questa manipolazione. In termini marxiani, il capitalismo produce modelli di indipendenza personale, ma dentro il profilo psicologico dell’indipendenza personale pulsa dialetticamente la spinta alla costituzione della libera individualità, senza che questo riconoscimento implichi un’attesa fatalistica di un magico sviluppo automatico delle forze produttive. La nuova classe media globale è dunque la sede sociologica di una vera e propria contraddizione dialettica di tipo antropologico. Da un lato, il soggetto moderno è continuamente spinto ad essere soltanto il supporto fisico dell’accumulazione, dall’altro è anche un centro di resistenza alla logica artificialistica di questa accumulazione. In estrema sintesi, il solo limite realisticamente pensabile dell’accumulazione capitalistica non è la produzione di valore, ma la resistenza della natura umana. Oggi gli individui hanno già fatto l’esperienza del doppio fallimento del capitalismo utopico e del comunismo utopico che avrebbe dovuto derivare automaticamente da quello. Sedimentata nella memoria storica, questa esperienza non deve essere perduta. Possiamo dunque considerare l’avvento di una società di individui come una risorsa e non solo come una minaccia. Le contraddizioni che nasceranno dentro questa nuova classe media globale, radicalmente e qualitativamente diversa dalla vecchia borghesia, dalla vecchia piccola borghesia e dal vecchio proletariato, saranno probabilmente contraddizioni che vedranno “negli individui” il loro oggetto di dominio o di liberazione. La natura umana esiste, e la maggior parte dei suoi comportamenti, a cominciare dal linguaggio, deve essere considerata innata».
Costanzo Preve
(“Individui liberati. Comunità solidali sulla questione della società degli individui”, CRT, Pistoia 1998)